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Sandro Mariani su Ospedale "Mazzini" di Teramo

16 febbraio 2022 - 10:34

(ACRA) - “Prendo atto che per la realizzazione dei nuovi ospedali di Lanciano, Vasto e Sulmona Marsilio e la sua maggioranza hanno scelto di correre, andando subito a definire l’accordo di programma e scegliendo anche di inserire ulteriori 89 milioni di euro, soldi della Finanziaria 2019 attribuiti per la sanità abruzzese, per la realizzazione dei tre nosocomi, mentre continuano a latitare, nonostante le ultime rassicurazioni arrivate nei giorni scorsi dalla “rediviva” Assessore Nicoletta Verì, le decisioni sugli ospedali di Teramo e Penne”. Ad affermarlo in una nota è il Capogruppo di “Abruzzo in Comune” in Consiglio Regionale Sandro Mariani, che continua: “Da teramano mi preoccupa, e non poco, la situazione che si è creata attorno alla realizzazione del nuovo “Mazzini” di Teramo, un ospedale fondamentale non solo per il capoluogo, ma per una intera provincia, infatti non si capisce dove si voglia andare a parare – prosegue Mariani nella sua nota – si continuano a sventolare da più parti le possibilità di contrarre mutui, piuttosto che altre formule, ma non si capisce bene, oltre alle risorse stanziate all’epoca dalla Giunta D'Alfonso, cosa si voglia fare e quali fondi si vogliano impegnare, a differenza di quanto accaduto per Lanciano, Vasto e Sulmona dove i soldi sono usciti subito fuori e gli iter procedono, fortuna loro, spediti. A oltre un mese dalla riunione da me sollecitata con la Verì e i consiglieri regionali teramani sul futuro dell’ospedale di Teramo e della sanità abruzzese, non ci sono ancora risposte” conclude il Capogruppo di “Abruzzo in Comune”. A conclusione della nota, Sandro Mariani Capogruppo in Consiglio regionale di "Abruzzo in Comune" sottolinea come:  “C’eravamo lasciati con l’Assessore alla Sanità che aveva garantito che, di lì a qualche settimana, avrebbe dato riscontro su come si sarebbe proceduto per la realizzazione del nuovo nosocomio di Teramo, ma ad oggi si vedono correre altre Asl abruzzesi e rimanere al palo la provincia di Teramo che rischia, oramai non più solo a parole, ma anche nei fatti visti gli atti adottati, di rimanere indietro! Una provincia di serie B rispetto alle altre”. (com/red)

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