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Marcozzi a Febbo su situazione Ospedale Chieti

20 gennaio 2021 - 13:23

(ACRA) - “Il Capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo arriva in ritardo sulla situazione dell'Ospedale di Chieti. Dopo due anni di silenzio da parte della Giunta di centrodestra, si rende conto solamente adesso che il presidio merita di essere salvaguardato e curato con investimenti di cui, fino a questo momento, non abbiamo riscontri se non nelle promesse della maggioranza. Dal momento che Febbo si erge a garante della struttura, allora dia tempi certi sull'acquisto e l'installazione della Pet-Tac in modo da non costringere pazienti oncologici a fare ancora oggi analisi delicate in un container che, ricordo, costa alla comunità 500mila euro l'anno di affitto. Se pensiamo che un macchinario di ultima generazione costa circa 2 milioni di euro, è facile capire come il mancato investimento ci esponga al rischio di un continuo sperpero di denaro. Oppure ci dica quando sarà utilizzabile l'acceleratore lineare promesso e quando saranno completati gli adeguamenti strutturali su cui si fa propaganda prima ancora che siano conclusi”. Lo afferma il Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi: “Febbo poi torna a parlare del project financing bloccato per il nuovo ospedale. Una vicenda della quale non si era mai occupato fino ai nostri esposti a Corte dei Conti e ANAC per denunciare lo sperpero di denaro pubblico a cui saremmo potuti andare incontro. Solamente in un secondo momento si è accodato, in colpevole ritardo, alla nostra posizione”. “Ricordo al Capogruppo Febbo – conclude Marcozzi – che adesso si trova in maggioranza e, nonostante sia stato depennato dalla Giunta regionale, ha tutti gli strumenti per portare soluzioni reali e risolvere quei problemi che denunciamo da tempo. Gli consiglio di iniziare provvedendo alla rimozione del Direttore Generale della Asl 02 Thomas Schael che, a mio parere, ha già mostrato in più occasioni di non essere all'altezza del compito. Una cosa è certa: deve fare molto di più che semplici visite spot per risolvere i problemi della nostra sanità”, conclude. (com/red)

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