Istituti riabilitativi, interpellanza di Blasioli
23 novembre 2020 - 08:55
(ACRA) – “Ho presentato una specifica interpellanza per gli istituti di riabilitazione convenzionati con la Regione Abruzzo, sia per chiedere che si presti attenzione a questo mondo, quando sono trascorsi nove mesi dal primo lockdown, sia per chiedere di applicare la norma del decreto Ristori che viene incontro a fattispecie simili. Alcune delle strutture interessate sono l’Istituto Don Orione, la Fondazione Paolo VI, la Piccola Opera Caritas di Giulianova e il San Francesco di Vasto”, così il consigliere regionale PD Antonio Blasioli. “Succede che con la sospensione delle prestazioni riabilitative, relativa al primo lockdown - prosegue Blasioli - e con il forte rallentamento delle cure nei mesi successivi, i centri di riabilitazione convenzionati con la Regione Abruzzo, hanno dovuto fortemente ridurre le prestazioni rispetto al budget convenzionato con la Regione. A ciò si aggiunga che quando l’attività è ripresa, il distanziamento fisico, i tempi e i nuovi costi fissi per affrontare in sicurezza l’emergenza, ad esempio per dotare gli operatori dei DPI, per l’igienizzazione, per i trasporti e la sanificazione dell’ambiente, hanno determinato una forte riduzione dei corrispettivi ed un aumento delle spese. Questa situazione si aggreverebbe, inoltre, anche per un ritardo della Regione che non ha ancora versato quanto stabilito dalle convenzioni vigenti per le prestazioni che sono state effettivamente svolte. Fino ad oggi nulla è accaduto a ristoro di questa situazione, anzi, settimana dopo settimana, il quadro è diventato sempre più pesante e il personale di queste strutture teme che a fine anno possa esserci una forte riduzione. In questa situazione altre Regioni si sono mosse, attingendo alla possibilità prevista dal decreto ristori e in particolare a quella che permette all’articolo 9 “Disposizioni in materia di lavoro, salute e famiglia” prevede che: “le Regioni possano riconoscere alle strutture accreditate destinatarie di budget 2020 fino al 90 per cento del budget assegnato nell’ambito degli accordi e dei contratti”. Da noi nessuna azione in tal senso è stata fatta, né avviata e intanto si sconta la naturale riduzione delle spettanze dei budget e i ritardi nell’accreditamento delle risorse per le prestazioni effettivamente svolte. Nei fatti, per riuscire ad andare avanti e pagare gli stipendi ai dipendenti ed effettuare le prestazioni, alle strutture basterebbe anche un’anticipazione della spettanza mensile prevista, come peraltro prevede il decreto Ristori mentre, senza interventi, il futuro si presenta a tinte non fosche, ma nere. Alcuni assistiti di questi centri temono per quello che potrà accadere dopo dicembre e la stessa preoccupazione viene avanzata anche dai sindacati che sono ben consapevoli della difficoltà del momento, ma si stanno mobilitando per evitare di trovarsi di fronte a scelte drastiche. Da qui l’interpellanza, un passo attraverso cui vogliamo capire perché questa situazione si è aggravata senza che l’esecutivo se ne sia occupato, malgrado siano trascorsi nove mesi dall’inizio dell’emergenza, restando in un’inerzia incomprensibile considerata la gravità della situazione e, soprattutto, potendo agire anche attraverso la deroga del decreto governativo Ristori. In buona sostanza - conclude Blasioli - si rischia lo stop di realtà che funzionano e sono vicine a migliaia di pazienti in un momento cruciale per la lotta al coronavirus e proprio quando è la stessa Regione ad affermare di voler coinvolgere i privati nella trincea. Ma se le regole d’ingaggio sono queste, sarà difficile centrare l’obiettivo, ma si rischia che oltre al già provatissimo settore pubblico, andrà in sofferenza anche il privato in convenzione, che non ce la farà a sostenere l’aumento del carico di costi e la diminuzione forzata delle prestazioni. A ciò si aggiunga che per alcune di queste strutture sarebbero in ritardo anche i pagamenti per le prestazioni effettivamente rese, il che la dice lunga sull’attenzione che godono in Regione”. (com/red)