La Carta del Carnaro esposta a Pescara
04 settembre 2020 - 19:33
(ACRA) - “La Carta del Carnaro è l’immagine stessa, il simbolo della lungimiranza e della visionarietà dell’uomo d’Annunzio, tra le più importanti carte costituzionali che presenta spunti inediti, un documento che oggi più che mai presenta un’attualità straordinaria che è oggetto di studio e di esame”. Lo ha detto il Presidente del Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri che stamane ha aperto al pubblico la sezione della Mostra ‘Disobbedisco’ che ospita, da oggi, la copia manoscritta autentica de La Carta del Carnaro, vergata da Gabriele d’Annunzio con firma autografa, custodita all’interno di una teca, e che resterà esposta sino al termine della seconda edizione de ‘La Festa della Rivoluzione – d’Annunzio torna in Abruzzo’, promossa dalla Presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo, con il Consiglio e la Giunta regionale e il Comune di Pescara. “La Carta del Carnaro – ha sottolineato il professor Guerri – era una Costituzione talmente avanzata rispetto alla sua epoca che si sarebbe tradotta in un progetto enorme, purtroppo concluso dopo l’esperienza di Fiume. Ma ancora oggi resta una delle carte costituzionali più importanti che contiene spunti inediti, come la tutela della proprietà privata che però deve produrre frutti. Esporla oggi a Pescara ha un significato straordinario perché Pescara è la città di d’Annunzio ed è la prima volta che esce dal Vittoriale dal 1921, dove d’Annunzio la portò con sé, dunque è l’ennesimo segno della collaborazione e dell’amicizia tra Pescara e il Vittoriale, i due luoghi di d’Annunzio. E la Carta è anche la fotografia della lungimiranza di d’Annunzio che stava ‘avanti’, era un innovatore tale che non era compreso, ma è stato frainteso. Pensiamo che è stato giudicato scandaloso per le sue imprese amorose perché abbiamo ereditato e accettato il pregiudizio piccolo borghese dell’800 che si scandalizzava per i suoi amori, mentre oggi nessuno se ne preoccuperebbe, quindi vuol dire che aveva ragione lui”. A margine dell’esposizione, il professor Giuseppe De Vergottini ha ricordato l’attualità della Carta “che non era un sogno, ma l’espressione di un indirizzo sociale, pensiamo che non solo riconosceva pari diritti di espressione a tutte le religioni, ma addirittura tutelava anche chi non aveva una fede di riferimento, ovvero chi era ateo. Una carta dunque che conteneva indicazioni ancora oggi utili”. (com/red)
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