Energie rinnovabili, Di Marco e Paolucci: "Voteremo per le maggiori tutele dei territori"
05 marzo 2025 - 15:32
(ACRA) - “In Commissione, ieri, come forze di opposizione, ci siamo astenuti dal votare il disegno di legge sull’individuazione delle aree ove collocare o non collocare impianti di energia rinnovabile che approderà in aula al prossimo Consiglio regionale, anche in attesa di conoscere gli emendamenti presentati dalla maggioranza sul tema e, soprattutto, in vista delle decisioni del Tar del Lazio che il 5 febbraio scorso ha discusso i ricorsi presentati sul decreto ministeriale sulle aree idonee. Qualunque placet da parte nostra, dovrà fare i conti con il testo della proposta, che deve andare a favore dell’ambiente, specie quello delle aree interne, e non rappresentare un’ipoteca, l’ennesima su colture, aree verdi e di pregio”, così il vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio Antonio Di Marco e il capogruppo PD Silvio Paolucci. “Visto che l’argomento si trova ad essere al centro di un confronto più ampio, a livello nazionale, non è pensabile un sì incondizionato a un testo che a livello nazionale presenta criticità che è bene chiarire, al fine di non replicarle in una scala regionale – sottolineano i due esponenti del PD - . Se da una parte c’è la tutela dell’ambiente da insediamenti “invasivi”, dall’altra c’è la chiave dello sviluppo che può essere attivato attraverso insediamenti sostenibili e rispettosi dei limiti stabiliti dalle normative, nonché quella della semplificazione dei procedimenti amministrativi, che sia comunque rigorosa e non sdogani scelte discutibili. Aspettiamo di conoscere gli emendamenti al testo proprio per evitare l’effetto 'omnibus' sull’argomento, perché si arrivi a obiettivi chiari e vincolanti per ogni regione. Va ricordato che l’orizzonte è nobile, l’Abruzzo è infatti chiamato a individuare aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti eolici, fotovoltaici e altre fonti rinnovabili, perché si possa raggiungere l’obiettivo di 2.092 megawatt di energia rinnovabile entro il 2030. Ma questo passo va condiviso coinvolgendo le comunità locali - concludono - e monitorando costantemente gli impatti ambientali, paesaggistici e sociali, perché il risultato rispecchi non solo le istanze delle comunità, specie quelle geograficamente più svantaggiate, ma coincida con gli interessi del bene comune più importante, il nostro territorio”. (red/com)