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Medico di base a Carpineto, Di Marco: Grazie alla nostra mobilitazione la Regione si è mossa

06 febbraio 2025 - 10:50

(ACRA) -  “Grazie alla nostra mobilitazione sulla carenza dei medici di base in Abruzzo e, nello specifico a Carpineto sulla Nora, la Regione si è mossa, infatti abbiamo appreso in Consiglio regionale dall’assessore Verì che lo scorso primo febbraio sono stati contattati quattro medici di guardia medica. Dopo mesi di inerzia e dopo ben due atti di impegno e di sollecitazione che ho prodotto per scuotere l’esecutivo abbiamo una reazione: se si avrà disponibilità da parte di uno di questi, Carpineto tornerà ad avere un medico, qualora non ci saranno risposte la Regione si è comunque impegnata a fare una chiamata obbligatoria per medici di medicina generale a tempo determinato. Questa, però, non è una soluzione definitiva, bensì l’ennesimo provvedimento tampone, per cui staremo in allerta per vedere se e quando finirà la vacanza del medico a Carpineto, rimasta da novembre con l’ambulatorio chiuso dopo la scomparsa del medico di famiglia”, così il consigliere Antonio di Marco. “Bisogna condividere con la Asl, con i medici di famiglia e le istituzioni del territorio un percorso che porti a una migliore ripartizione dei medici soprattutto sulle aree interne – continua Di Marco - . Non è pensabile che centri abitati per lo più da anziani e, dunque, con minori possibilità di movimento e di migrazione verso altri paesi, pur se vicini, restino senza un servizio così sensibile per la comunità. Carpineto, ora, ma anche la lunga attesa di Elice e la denuncia del sindacato dei medici di base sono tasselli necessari a costruire una soluzione concreta con le Asl, che non lasci scoperto nessuno a dia risposte alla comunità sul prevenzione e diritto alla cura, perché sugli abruzzesi gravano già i pesanti disavanzi prodotti dalle Asl, il costo dei farmaci necessario a ripianarli e la carenza di questi negli ospedali, le lunghe liste di attesa, i costi della mobilità passiva, cioè della scelta di curarsi fuori e la rinuncia a curarsi, che sebbene non sia un costo economico, ha un peso ben più importante perché condiziona e abbassa la qualità della vita delle persone e la sopravvivenza di migliaia di abruzzesi”. (com/red)

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