Terme di Caramanico, Blasioli: troppi ritardi e dimenticanze
25 settembre 2024 - 18:34
(ACRA) - "Sono a dir poco sconcertanti gli ultimi sviluppi relativi al bando per la concessione dello sfruttamento delle sorgenti termali di Caramanico. A parte la conferma del grave ritardo accumulato, che determinerà molto probabilmente l’ennesima asta deserta, visto che la sesta è stata fissata dai curatori fallimentari per il prossimo 16 ottobre, mediante il nostro accesso agli atti abbiamo appreso inoltre della mancanza di documenti essenziali alla stipula della contratto di concessione tra la Regione e la ditta Dre srl., individuata da Areacom tramite gara. La risposta del servizio preposto alla firma della contratto di concessione è infatti eloquente. Nonostante la gara sia stata assegnata da Areacom con determinazione n. 12 del 29 gennaio 2024 – affidamento formalizzato solo il 27 agosto 2024 a seguito della verifica dei requisiti, verifica per il quale sono stati necessari ben 7 mesi - ad oggi la Regione Abruzzo non ha ancora sottoscritto alcuna convenzione con la Dre srl. Andiamo con ordine. Il 12 settembre 2024 la Regione Abruzzo ha scritto ad Areacom - l’agenzia per la committenza che cura tutte le gare per conto della Regione, non fa eccezione quella dello sfruttamento delle acque termali di Caramanico - per riscontrare il verbale della verifica dei requisiti inviata dal RUP della gara il 29 agosto (ricordiamolo nuovamente, a ben 7 mesi di distanza dall’individuazione della migliore offerta). La Regione ha lamentato una serie di criticità che pregiudicano la stipula del contratto di concessione. In particolare, l’assenza di documenti che avrebbero dovuto essere allegati all’offerta e di informazioni necessarie per la verifica dell’offerta tecnica. Ecco l’elenco delle richieste: Nel documento contenente l’offerta tecnica mancherebbero i seguenti allegati: il Piano Industriale e lo Studio di fattibilità delle opere e degli interventi. Questi documenti, oltre che essere richiesti nell’Allegato 6 del bando di gara sono necessari per comprendere come la società intenda provvedere all’auto approvvigionamento dell’energia da fonti alternative, previsto dal bando di gara in misura proporzionale ai metri cubi di acqua emunta. Oltre all’aspetto formale, dunque, tali allegati sono necessari affinché la Regione possa inserire i riferimenti energetici nel contratto di concessione; Manca il documento inerente le opere di compensazione, previsto dal Disciplinare di gara (punto 1.2 dei Sub-criteri). Un documento per il quale tra l’altro, data la sua natura, sarebbe stato necessario un confronto preventivo con gli Enti Locali, attività preliminare che tuttavia non è mai avvenuta. Una mancanza, anche questa, che non consente alla Regione di stipulare la concessione, in quanto il contratto deve contenere gli obblighi delle opere di compensazione. Ma non è finita qui, perché la Regione ha segnalato due ulteriori carenze, altrettanto rilevanti, una delle quali forse insanabile. Nella relazione tecnica in cui viene descritta l’offerta inviata, la Dre srl fa riferimento alla portata e alla qualità chimico-fisica non solo della sorgente “Santa Croce-Pisciarello”, ma anche alla fonte “La Salute”, che è stata invece assegnata dalla Regione Abruzzo al Comune di Caramanico con apposita Delibera di Giunta Regionale n. 465 del 31 luglio 2023. Non si comprende il motivo per cui la ditta citi una fonte che non è oggetto di concessione per i calcoli sull’acqua da sfruttare, né si comprende da dove derivino i dati forniti (portata e analisi chimico-fisica) nell’offerta e riguardanti la sorgente “La Salute”, visto che non erano contenuti nel bando di gara, non essendo appunto oggetto della stessa. Una confusione che chiaramente non permette alla Regione di avere dei dati da inserire nel contratto. L’ultima carenza segnalata riguarda invece una materia non nuova per Areacom (come ricordiamo dalla vicenda le Naiadi). La Regione ha infatti richiesto la trasmissione della polizza definitiva dell’assegnatario, solo annunciata dall’Agenzia di committenza. Possibile che, malgrado l’ingente tempo trascorso per la verifica dei requisiti – ricordiamolo ancora, ben 7 mesi – ad Areacom siano sfuggiti questi elementi essenziali? Una serie di carenze che, qualora non venissero sanate, rischia di determinare per la Regione Abruzzo il mancato rispetto del termine dei 60 giorni (a partire dall’avvenuta efficacia dell’assegnazione, e quindi dal 27 agosto 2024) previsto dal disciplinare di gara per la sottoscrizione del contratto di concessione. E quindi, per la Dre srl, la possibilità di recedere per inadempimento. Ai dubbi, formali e tecnici, della Regione, noi ne aggiungiamo un altro, che abbiamo più volte manifestato. Non ci sembra che la società individuata rispetti la legge regionale n. 15/2002, che prevede il requisito della professionalità tra i criteri per individuare concessionari di acque termali. La cosa ci sorprende fino a un certo punto, considerato il modus operandi impiegato fin qui dalla Giunta Marsilio, che ha alternato essenzialmente stalli prolungati a scelte arbitrarie senza previo ascolto del territorio. Noi abbiamo sempre contestato la scelta di mantenere le due procedure separate: una per i beni immobili dinanzi al Tribunale fallimentare e l’altra per la concessione dello sfruttamento delle acque in capo alla Regione Abruzzo. Quanto è emerso dall’accesso agli atti ha però dell’incredibile, perché questo ennesimo ritardo rischia perfino di legittimare il recesso per inadempimento dell’appaltatore. Verificheremo nei prossimi giorni l’invio dei documenti mancanti. In ogni caso, a poco più di due settimane di distanza dall’asta del prossimo 16 ottobre – che a seguito dei ribassi ha raggiunto ormai quota 5.215.890,36 euro per le Terme e 7.074.088,35 euro per la Reserve (a fronte dei circa 10 milioni originari per la prima e i circa 14 per la seconda) -, risulta difficile prevedere un esito diverso dalle cinque aste precedenti. È evidente infatti che in mancanza di un soggetto aggiudicatario delle sorgenti nessuno sarà portato a presentare offerte. E dato che, quando siamo al 25 settembre, manca ancora la convenzione con la Regione per lo sfruttamento delle acque - sebbene il Presidente Marsilio annunciasse già a gennaio l’individuazione del soggetto aggiudicatario - è facile scommettere che nemmeno la Dre srl sarà nelle condizioni di presentare offerte. Di fatto, con la sua imprudenza, la Regione sta continuando a depauperare un patrimonio in liquidazione il cui valore continua ad abbassarsi, arrecando danni diretti sia ai creditori privati che al Comune di Caramanico, che, lo ricordiamo, è creditore per circa 2,5 milioni di euro. Senza contare i danni indiretti, le gravissime ripercussioni economiche che la chiusura dello stabilimento ha determinato per tutto l’indotto". E' quanto si legge in una nota del vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Blasioli che questa mattina ha convocato una conferenza stampa sull'argomento, preannunciando una richiesta di una Commissione di vigilanza. "Troppi ritardi, troppe dimenticanze che meritano un approfondimento" ha concluso Blasioli. (com/red)