Pettinari(M5S) su problema subaffitti Ater Pescara
31 gennaio 2022 - 12:20
(ACRA) - "Sono anni che denuncio con forza il mercato nero di subaffitti nelle case popolari. Oggi la stampa racconta di un accoltellamento avvenuto a Pescara per un litigio che sembrerebbe legato proprio a questa pratica, per cui assegnatari che non ne hanno probabilmente bisogno permettono ad altri di abitare le proprie case a fronte di un affitto non legittimo. Una dinamica illegale che in alcuni casi diventa un vero e proprio racket, come abbiamo denunciato anni fa, dove sei o sette alloggi occupati abusivamente erano gestiti da un unico soggetto che li dava in affitto intascando somme di denaro. Quanto accade è una vergogna e bisogna immediatamente intervenire con un censimento a tappeto per ripulire le nostre case di edilizia residenziale pubblica dai delinquenti e riassegnare gli appartamenti alle tante persone oneste che sono in graduatoria da anni” il commento arriva dal vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari in merito alle notizie apparse sulla stampa legate all’accoltellamento avvenuto sul lungo fiume nord di Pescara per una diatriba legata a una casa popolare del quartiere Rancitelli. “Il censimento, anche dopo quello che è accaduto ieri, è un atto dovuto – incalza Pettinari – bisogna conoscere nome e cognome di chi ha in assegnazione le case Ater e verificare se gli inquilini corrispondono agli assegnatari e, soprattutto, se persistono i requisiti per il mantenimento della Casa popolari in virtù della Legge regionale vigente. La norma 96/96 di Regione Abruzzo è chiara, ed è una buona norma che io stesso ho contribuito a scrivere al fine di liberare le case popolari dalla tenaglia della criminalità. Ma se non si effettua un censimento per verificare chi realmente vive nelle case è impossibile scovare chi le usa per commettere atti criminali, chi ha condanne importanti e se all’interno vi sono ospitati pregiudicati. Queste sono tutte situazioni in cui la legge prevede il decadimento immediato dell’assegnazione, ma senza controlli da parte di chi è alla guida di Regione Abruzzo e del Comune di Pescara anche una buona legge come questa di fatto si trasforma in carta straccia. Quelle case sono di tutti noi – continua Pettinari - e sono destinate a chi ha realmente bisogno, non certo per far arricchire qualche delinquente. Ci sono centinaia di persone che attendono in graduatoria: famiglie oneste, disabili, anziani e genitori con a carico un minore. Tutti in attesa di avere ciò di cui hanno diritto, mentre qualcuno subaffitta avendo più case a disposizione. Non si deve tollerare un giorno di più questa situazione! Attualmente a Pescara ci sono circa 100 alloggi vuoti ad alto rischio di occupazione abusiva. Credo che invece di parlare di abbattimento di beni pubblici, come nel caso del Ferro di cavallo, la Regione a trazione Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia, in sinergia con il Comune, dovrebbe riqualificare e riassegnare immediatamente le case vuote a chi ha i requisiti. Contestualmente si devono sbattere fuori gli abusivi dal Ferro di Cavallo e riassegnare subito gli alloggi altrimenti, con tante case vuote a disposizione nel raggio di pochi centinaia di metri, gli abusivi faranno solo un piccolo trasloco continuandosi a beffare della cosa pubblica. Ma non è solo il Ferro di Cavallo la grande vergogna, ci sono altre situazioni al limite come Via Lazio a Montesilvano dove per ora sono stati trasferiti solo gli aventi diritto ma nell’edificio insistono gli occupanti abusivi. Di fatto un intero edificio in mano alla criminalità. Ribadiamo con forza – conclude il Vicepresidente della Regione Abruzzo – la necessità di fare il punto con un censimento accurato e veritiero di tutti gli appartamenti Ater a cui far seguire la decadenza delle situazioni illegittime e contestualmente partire con la riassegnazione delle case vuote alle famiglie oneste. Atti violenti come quello riportato oggi dalla stampa non devono più esistere né a Pescara né altrove, io sto combattendo con tutto me stesso e non mi fermerò, ma ognuno deve fare la sua parte soprattutto chi siede sui banchi del comando della Regione e dei Comuni”. (com/red)