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Paolucci (PD): in Vigilanza caso Fondazione Mileno

02 dicembre 2021 - 14:44

(ACRA) - “Continua a destare sconcerto e preoccupazione l’inerzia del governo regionale rispetto al rischio di licenziamento che incombe su 300 lavoratori della Fondazione Padre Alberto Mileno Onlus, struttura sanitaria e socio-sanitaria che si trova nel vastese che non avrà vita lunga se non si troverà una soluzione capace di fare fronte alla grave situazione economico e finanziaria della struttura”, così il capogruppo Pd, Silvio Paolucci sulla crisi della Fondazione Padre Alberto Mileno, approdata oggi in Commissione vigilanza per via dei problemi economici in cui versa la struttura che opera nel vastese ma offre servizi di riabilitazione a tutto il territorio regionale. "Grazie ai lavori della Commissione, oltre a chiedere iniziative concrete al Governo regionale, fino ad oggi mancate, siamo riusciti a trasmettere vicinanza e solidarietà ai 300 lavoratori, che a causa di una crisi strutturale hanno visto calare le prestazioni erogate e ora rischiano anche di perdere il lavoro – aggiunge il consigliere Paolucci che oggi in Commissione ha relazionato sulla vicenda - La riunione di oggi, a cui erano presenti anche l’assessore alla Sanità e il manager della Asl 2, unitamente alle Organizzazioni Sindacali, ha confermato la debolezza, la fragilità e l’inconsistenza della programmazione regionale anche sul lato dell’assistenza territoriale. La Regione nulla ha fatto pur avendone tutti i poteri, visto che oggi la sanità abruzzese non è più commissariata, per elaborare nuovi fabbisogni che avrebbero potuto dare una risposta anche alla San Francesco, caso che è solo la punta di un iceberg ben più ampio di situazioni.  Portando la discussione in Commissione, speravamo in azioni possibili e prospettive concrete tese a salvaguardare i lavoratori e le prestazioni, ma così non è stato. L' assessore si è impegnata a valutare la richiesta di diversificazione, quindi un’ipotesi di riconversione aziendale, ma nulla ha detto in termini di valorizzazione economica dell'eventuale valutazione di questa riconversione, quindi si tratta di un’ipotesi ancora tutta da costruire e non di una soluzione. Parliamo di un’operazione che richiede in primis lavoro e circa 4/5 milioni di euro perché diventi realtà. La domanda è perché in tre anni non vi sono stati atti di programmazione per evitare problemi come questo: abbiamo una forte e crescente mobilità passiva anche sulla riabilitazione che potrebbe essere reinternalizzata, come stanno facendo Puglia e Molise per ridurre la loro, dando quindi agli abruzzesi le prestazioni che chiedono e che sono costretti a fare fuori e, soprattutto, non esponendo al rischio di perdere il lavoro, come rischia di accadere ai 300 lavoratori della San Francesco. Ci auguriamo che tale apertura si concretizzi davvero con l’intento di trovare un’alternativa ai possibili licenziamenti e alla chiusura della struttura. Se ciò non accadesse sarebbe un fallimento per tutti, perché significherebbe aver perso un’altra opportunità di governare la sanità e di erogare tanti servizi e prestazioni sanitarie al territorio in un momento in cui a causa della pandemia bisogna riprendere a fare prevenzione e prendersi cura anche da chi è affetto da altre patologie e disturbi, diversi dal Covid-19”. (com/red)

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