Festa della Rivoluzione tra regata e Cattivo poeta
03 settembre 2021 - 17:07
(ACRA) - Dalla Regata dannunziana ai Motti di d’Annunzio al Vittoriale per chiudere con la proiezione del film ‘Il Cattivo Poeta’ con Sergio Castellitto, alla presenza dell’attore Francesco Patanè. Sono questi gli appuntamenti clou della seconda giornata, domani, sabato 4 settembre, della terza edizione del Festival dannunziano, l’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo, quest’anno dedicata al tema ‘La città che sale: Ritmo, Velocità e Movimento’. Un’edizione, peraltro, che ha legato la sua immagine e logo al recupero della Pineta dannunziana con l’istituzione di un ticket liberale per partecipare agli eventi maggiori e il ricavato verrà devoluto al risanamento dei luoghi dannunziani devastati dai roghi dello scorso primo agosto. La giornata di domani, sabato 4 settembre, si aprirà alle 9.30 al Porto Turistico di Pescara con la presentazione del 1° Trofeo d’Annunzio Città di Pescara, ovvero la riproposizione della storica Regata dannunziana nazionale: 40 gli equipaggi che parteciperanno alla competizione. La mattinata comincerò con i saluti istituzionali, tra gli altri, del sindaco Carlo Masci, del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, del Presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri e alle 11.30 le imbarcazioni prenderanno il largo solcando le acque pescaresi per rientrare intorno alle 13.30. Alle 18 si torna all’Aurum dove si aprirà la fase dei dibattiti che, sino al prossimo 12 settembre, andranno a toccare vari aspetti della complessa personalità del Vate. Si inizierà subito con l’Anteprima mondiale de ‘I Manifesti di Fiume’, con estratti dal libro ‘Prendiamo la Vittoria’, a cura di Marino Micich ed Emiliano Loria, Direttore e Presidente del Museo dell’Archivio storico di Fiume a Roma. Subito dopo ‘I motti di d’Annunzio al Vittoriale’, anteprima mondiale a cura di Patrizia Paradisi con Giordano Bruno Guerri. Alle 21 il Festival si sposterà nella terza location della kermesse, il Teatro d’Annunzio per la proiezione del film ‘Il Cattivo Poeta’ , presente l’attore Francesco Patanè. Primavera del 1936. Al giovane federale Giovanni Comini, interpretato proprio da Patanè, di stanza a Brescia, viene assegnato dal Segretario del Partito Fascista Achille Starace l'incarico di sorvegliare Gabriele D'Annunzio, da 15 anni rinchiuso nel Vittoriale, per raccogliere su di lui informazioni di ogni tipo. D'Annunzio si è dichiarato contrario all'imminente alleanza fra Mussolini e Hitler, che il poeta definisce un ‘ridicolo nibelungo’, e il Partito non tollera il suo dissenso. Comini si reca al Vittoriale e da lì manda alla Casa del Fascio regolari rapporti su ogni attività del Poeta Vate, comprese quelle sessuali. Ma il suo legame con D'Annunzio cresce, e il dubbio sull'operato del Fascismo comincia ad insinuarsi anche nel convintissimo federale. Gianluca Jodice esordisce alla regia del lungometraggio con ‘Il cattivo poeta’, del quale firma anche soggetto e sceneggiatura, utilizzando per i dialoghi di D'Annunzio solo le sue parole scritte o pronunciate in pubblico, e costruendo una storia volutamente inattuale che però ha evidenti ricadute anche sul presente. La forma è convenzionale e antica, virata nei colori seppia, blu e grigio pietra, a volte squarciati dai verdi intensi dell'arredamento del Vittoriale all'interno del quale è stata girata parte del film. Gli ambienti sono importanti, soprattutto quelle architetture fasciste che giganteggiano su uomini ridotti a figurine. Anche il Duce, secondo una scelta registica molto azzeccata, è poco più che una sagoma del potere cui D'Annunzio, nella scena più bella del film, sussurra inascoltato il suo ‘memento mori’. L'impianto teatrale (molti attori del film provengono dal teatro, altra scelta di spessore) è evidente, ma in qualche modo necessario per raccontare una parabola archetipica sul potere e la libertà di pensiero. D'Annunzio, pur senza mai rinnegare la sua affiliazione fascista, è un ingestibile che non può fare a meno di parlare per sé, ed è questa la sua condanna. La grande popolarità ottenuta con ‘l'impresa di Fiume’ ha smesso di portare acqua al mulino del Partito, e ora è un uomo solo con i suoi fantasmi e i suoi decori decadenti. Comini, ben interpretato da Francesco Patanè, è poco più che una cartina di tornasole che consente al Poeta Vate di giganteggiare al suo fianco (e a fianco dei tanti ‘topi’ì che infestano la sua casa), ma Sergio Castellitto rifugge la tentazione di gigioneggiare e sceglie una strada sobria ed essenziale, una cifra ironica e dolente perfetta per questo D'Annunzio crepuscolare e (quasi) rassegnato. La sua è un'interpretazione monumentale concentrata in poche scene, tanto che si vorrebbe che il film lasciasse più spazio alla sua storia e meno a quella, obiettivamente meno interessante, del giovane protagonista. C'è una grande cura formale nelle scenografie e i costumi, una grande eleganza nelle inquadrature simmetriche entro le quali i personaggi si muovono attenti a non turbare l'ordine che li circonda (tutti tranne il poeta, che invece sbuca da ogni dove, sparigliando le carte). È un mondo asfittico che spinge alla delazione e reprime tanto i sentimenti quanto gli ideali. Ma c'è anche un'attenzione specifica a colorare quella struttura composta di qualcosa di malato e delirante. ‘Tu sarai testimone della mia veggenza’, dice il poeta al federale, ed è proprio la sua capacità visionaria che Jodice veicola attraverso una rigidità formale che sa di vecchio e polveroso, e invece rinnova il linguaggio cinematografico dal di dentro, come un cavallo di Troia. ‘Il cattivo poeta’ diventa un elogio alla disobbedienza, i suoi dialoghi letterari si fanno metafore di un mondo in cui la parola aveva un peso e un'importanza che oggi non ha più: soprattutto la parola politica, che già secondo D'Annunzio era ‘il tradimento degli ideali, della passione autentica’. Intanto, le donazioni per la pineta dannunziana possono essere effettuate con le seguenti modalità: Bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT 68 T 05424 04297 000051050040 intestato a Consiglio Regionale dell’Abruzzo; PagoPa la causale da indicare nel caso di bonifico bancario o PagoPa è la seguente: ‘Contributo per il recupero della pineta e dei luoghi dannunziani’; Versamento contanti presso il punto informativo della manifestazione sito in Piazza Unione – Pescara, tutti i giorni a partire da venerdì 3 settembre dalle ore 10 alle ore 19, e dalle 19 in poi sui luoghi degli spettacoli. Si ricorda che per accedere a tutti gli eventi della kermesse occorre effettuare la prenotazione sul sito dannunzioweek.it e avere con sé il Green pass. (com/red)