Rifiuti, Cipolletti (M5S) sulla Legge approvata
03 dicembre 2020 - 17:50
(ACRA) - "E’ proprio vero, mai come oggi l’immondizia (rifiuto) equivale ad oro e le discariche rappresentano i giacimenti più ricchi: realmente più alta è la quantità di rifiuti conferiti e più oro si estrarrà. Il business dei rifiuti e delle discariche non conosce ostacoli o impedimenti, ma a farne le spese siamo noi cittadini, a livello sia ambientale che economico". E' quanto si legge in una nota del Consigliere regionale del Movimento 5 stelle Marco Cipolletti che spiega: "Per la verità, già in occasione delle sedute Commissione Consiliare Permanente (Territorio, Ambiente, Infrastrutture), ebbi modo di esprimere le mie ragioni di contrasto e relativo voto contrario alla nuova ri-programmazione e conseguente distribuzione di svariate migliaia di metri cubi di rifiuti da conferire in alcune impianti di discariche negli esercizi esistenti sul territorio regionale, mediante ampliamenti atti a sostenere i maggiori carichi. Nella seduta consiliare del 1° dicembre 2020, il Consiglio Regionale, ha approvato la Legge, a maggioranza e con mio voto contrario, così motivato: “Vero è che a seguito di “accordo raggiunto” nella seduta del 17 novembre gli originari emendamenti presentati (6896) sono stati prima ritirati e poi sostituiti con appena 19 emendamenti ed 1 sub emendamento, ma è altrettanto vero che i contenuti dell’articolo 9 (Provvedimenti urgenti per la salvaguardia della programmazione regionale delle attività di trattamento dei rifiuti urbani), suggeriscono diversi spunti argomentativi, il primo fra i quali consiste nel mancato richiamo alle finalità contenute nel Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, in gazzetta ufficiale n. 228 del 14 settembre 2020 ed in vigore dal 29 settembre 2020). In buona sostanza, il progetto di legge in trattazione sembra porsi in insanabile contrasto rispetto ai contenuti normativi di cui agli articoli 1, 2 e 3 del novello decreto legislativo 121, che, fra le altre cose, prevedono una progressiva riduzione del collocamento in discarica dei rifiuti, in particolare di quelli idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, al fine di sostenere la transizione verso un'economia circolare e adempiere i requisiti degli articoli 179 e 182 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e di prevedere, mediante requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti volti a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare sull'inquinamento delle acque superficiali, delle acque di falda, del suolo e dell'aria, sul patrimonio agroalimentare, culturale e paesaggio, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica. Tali disposizioni sono applicabili alle discariche di nuova realizzazione, nonché alla realizzazione di nuovi lotti delle discariche esistenti le cui domande di autorizzazione siano state presentate dopo la data dell'entrata in vigore del decreto". "Ritengo che in un siffatto contesto normativo - aggiunge Cipolletti - risulti quanto meno arduo sostenere che “la ri-programmazione costituisce una modifica non sostanziale”, ovvero che le intervenute modifiche legislative non troverebbero applicazione solo perché trattasi delle medesime deroghe assentite per i rifiuti conferiti nelle vecchie porzioni di discarica giacché così facendo ogni applicazione estensiva delle deroghe rilasciate in precedenza sarebbe tranquillamente assentibile a tutt'oggi per ogni e qualsiasi ampliamento, venendo così meno la ratio cautelativa della previsione di pianificazione territoriale o destinazione dei suoli, che allo stesso tempo definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione di opere o interventi i cui progetti sono sottoposti a VIA. Di contro, invece, appaiono al riguardo condivisibili le argomentazioni proposte dai Comuni, dalle Province, dalle Associazioni in sede di audizioni, circa il fatto che la materia della tutela dell'ambiente si connota per una peculiare ampiezza del riconoscimento della legittimazione partecipativa e dei coinvolgimento dei soggetti potenzialmente interessati, come è dimostrato dalle scelte legislative in tema di partecipazione alle procedure di V.A.S. e V.I.A.. D’altra parte, la valorizzazione degli interessi diffusi di cui i predetti sono portatori, si esplicita anche attraverso l’interesse ad agire in ragione di un oggettivo pericolo di impatto paesistico ambientale, posto l'imponente carico di rifiuti che andrà stoccato nei siti di ri-programmazione ove si realizzassero gli ampliamenti per i quali si richiederanno le autorizzazioni e connesse procedure amministrative di supporto (VIA valutazioni di impatto ambientale, la cui funzione è di esprimere un giudizio sulla "compatibilità" di un progetto valutando il sacrificio imposto all'ambiente rispetto all'utilità socio-economica perseguita, ma non già quella di operare valutazioni di merito comparativo tra interventi localizzati in aree diverse, già soggetti a discipline e procedimenti distinti). Per concludere con questa legge, la Regione Abruzzo di certo non si allinea alle raccomandazioni nazionali ed europee di avviarsi verso l'obbiettivo "discarica zero" ma al contrario continuerà ad interrare rifiuti che potrebbero invece essere reintrodotti nella filiera virtuosa del riciclo, continuando in un irrazionale e dannoso consumo di suolo che le comunità locali continueranno a pagare in termini ambientali e di salute pubblica" conclude il Consigliere del M5S. (com/red)
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