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Oma, Blasioli: chiesto confronto con il Mise

06 novembre 2019 - 12:36

(ACRA) - "Ho partecipato al presidio e all'incontro dei lavoratori Oma a rischio licenziamento, le rappresentanze sindacali e il Prefetto perché è indispensabile tutelare le maestranze e l'economia del territorio della provincia di Pescara". E' quanto afferma il consigliere Antonio Blasioli che aggiunge: "L'ottenimento dell'esercizio provvisorio è un risultato positivo, visto che il Tribunale che aveva sancito il fallimento della società, in un primo momento non lo aveva riconosciuto. Ora la produzione potrà continuare, esaurendo le commesse acquisite, ma sappiamo che se nei prossimi 3 mesi nessun soggetto rileverà la società ci troveremo punto e a capo. E' indispensabile attivare al più presto la filiera istituzionale, proseguendo il percorso avviato dalla Prefettura con la nota inviata dopo l'incontro del 4 novembre ai Ministeri di Sviluppo Economico e Interno, alla Presidenza del Consiglio e alla Regione Abruzzo. Ci auguriamo che la politica regionale faccia il proprio lavoro per assicurare le interlocuzioni giuste, a partire dall'imprenditoria locale, affinché con orgoglio tuteli questa realtà che dà lavoro a circa 325 lavoratori e 78 interinali, che negli anni a partire dal 1981 ha avuto una lunga tradizione nel settore, diventando un riferimento economico importante nella Valpescara. Interlocuzioni che dovranno essere inoltre estese anche ai colossi imprenditoriali nazionali come la Nuova Pignone per far in modo da rendere appetibile la società a nuove realtà imprenditoriali". "Sono certo - aggiunge ancora Blaisoli - che attraverso il senatore D'Alfonso si possa arrivare all'attivazione di un tavolo ministeriale su cui confrontarsi sia sul difficile presente della società che sul suo delicatissimo futuro. Bisogna stringere i tempi, ora più che mai, per tutelare i lavoratori attraverso l'avvio delle procedure legate agli ammortizzatori sociali, ma anche per scongiurare la scomparsa di una realtà storica, seppure in grandi difficoltà, con la conseguente e problematica immissione sul mercato di un ingente numero di professionalità che hanno il diritto di essere ricollocare, perché riassumono nelle proprie storie le difficoltà di centinaia di famiglie abruzzesi". (com/red)

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