Festa della Rivoluzione tra ironia e futurismo (2)
08 settembre 2019 - 15:43
(ACRA) – Domani, alle ore 19.30 il Futurismo irromperà prepotentemente sulla scena con la presentazione del libro inedito 'Poema di Fiume' di Filippo Tommaso Marinetti. In questo poema, rimasto fino ad oggi inedito, Filippo Tommaso Marinetti dedica all'impresa fiumana una composizione che incrocia prosa e poesia nel perfetto stile marinettiano e futurista, tutto d'un fiato, senza punteggiatura, senza particolari regole se non l'energia da sprigionare, con le ripetizioni enfatiche e le autocelebrazioni. La marcia di Ronchi, la 'Santa Entrata' a Fiume, i Granatieri, il viaggio rocambolesco per la 'Città di vita', il Natale di Sangue e soprattutto l'Italia: "l'unica donna da perennemente amare". Un'opera di un valore inestimabile non solo perché inedita, non solo perché contiene dei passaggi eccezionali ma anche, e forse soprattutto, perché descrive l'incontro di due dei più grandi italiani, d'Annunzio e Marinetti, su quel palcoscenico incredibile che è stata la Fiume dell'Impresa. Un'impresa che a cento anni esatti, rimane ancora uno dei momenti più incredibili, poetici e alti della storia d'Italia. Oltre al testo originale del Poema, il libro ha due contributi inediti a cura del sociologo Guerino Nuccio Bovalino, 'Fiume: immaginario e avanguardia', e di Emanuele Merlino, 'Il Poema di Fiume. La coerenza della poesia'. E domani saranno proprio il sociologo Bovalino e il divulgatore storico Merlino a presentare il volume. A chiudere la terza giornata, nel teatro di piazzale Michelucci, sempre all'Aurum, a partire dalle ore 21, sarà l'evento teatrale 'Legionari – L'Impresa di Fiume' di e con Stefano Angelucci Marino e il Teatro del Sangro, in cui i protagonisti dell'Impresa di Fiume vengono celebrati con un'interpretazione spettacolare e toccante. Lo spettacolo parte da una data: 1920, a Fiume. Un soldato, Vincenzo. Meridionale, abruzzese. Un reduce della prima guerra mondiale, un ardito: la guerra lo ha cambiato per sempre, il suo posto non è più a casa nel paesello d'origine. L'inquietudine lo porta a partire. Per andare a Fiume, dove pare ci sia una Causa capace di accendere cuore e mente. Immerso dentro la 'città della vita', Vincenzo ci dirà di tensioni, splendori e miserie di quella festa rivoluzionaria, di bravate futuriste e di utopie, di trasgressione sessuale e di pirateria, di gioco, di guerra e di quell'insopprimibile bisogno di finirla in bellezza con questa inutile stupida vita, in una specie di orgia eroica. "Uno spettacolo – ha anticipato Angelucci Marino – che sarà in parte comico, in parte tragico. Per la precisione tragicomico. L'impresa fiumana fu un sogno condiviso e realizzato, uno slancio d'amore che non ha eguali nella storia. D'Annunzio fu sì l'interprete ispirato di quello slancio, il Comandante, il Vate che guidò quella straordinaria avventura, ma protagonisti assoluti furono i tantissimi giovani che, disertando o scappando da casa, si riversarono nella città irredenta e là rimasero per oltre un anno. L'età media dei soldati che, da soli o a battaglioni interi, parteciparono all'Impresa fu di ventitrè anni". Testo, regia, luci e musiche sono di Stefano Angelucci Marino; collaborazione drammaturgia e regia Rossella Gesini; scena e costumi Artibò; suono Globster; una produzione Teatro del Sangro. (com/red)