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Taglieri (M5S) su nomine Civeta: "Operazione politica lontano dalle esigenze dei cittadini"

03 dicembre 2024 - 14:43

(ACRA) - “Che la nomina di Manuele Marcovecchio a Direttore generale del Civeta non trovasse unanime riscontro positivo è stato chiaro a tutti fin dall’inizio, a maggior ragione per il lauto compenso di centomila euro all’anno per tre anni erogati direttamente dalle casse di una società in difficoltà economica. Un iter, quello che ha portato alla scelta dell’ex Consigliere regionale di Forza Italia, motivato dalle parole del presidente Silvestri relativamente alla necessità di individuare ‘un professionista che funga da raccordo tra consiglio di amministrazione e struttura tecnica, nonché con gli uffici regionali’. Ma si tratta di una scelta inopportuna e intempestiva, come peraltro sottolineato da alcuni sindaci del territorio che hanno espresso la loro contrarietà a un incarico che viene concesso in un momento in cui la preoccupazione maggiore dovrebbe essere quella di porre un rimedio alla crisi che la società vive; un problema che Marcovecchio non si è minimamente posto ma che, invece, è stato attenzionato in maniera precisa e puntale dalla Corte dei conti - Sezione regionale di controllo per l’Abruzzo, che si è pronunciata pochi giorni fa. Uno stipendio, quello del forzista, che non è previsto da nessuna parte, come non è prevista una tale figura, e su cui la Corte dei Conti solleva forti dubbi sulla sua sostenibilità economica, tutt’al più se calata nel contesto delle difficoltà economiche di Civeta”. Lo dichiara Francesco Taglieri, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale. "La deliberazione n.333/2023 aveva accertato una serie di criticità in ordine alle modalità di nomina dell’attuale c.d.a. del Civeta a causa della mancanza di previsioni statutarie e regolamentari idonee a garantire la realizzazione del controllo, ma anche il mancato rispetto degli obblighi di trasparenza oltre che all’andamento della gestione finanziaria della società, chiedendo così specifiche e adeguate misure correttive soprattutto per realizzare, nei tempi previsti", spiega Taglieri e prosegue: "L’esecuzione di alcuni progetti PNRR. Lo scorso 11 ottobre i magistrati istruttori hanno chiesto ai Comuni di Vasto, San Salvo, Cupello, Casalbordino e Scerni ‘chiarimenti e documentazione in merito alle misure correttive adottate in relazione a quanto accertato con la deliberazione n. 333/2023’ senza però ottenere quanto richiesto. Nella Camera di consiglio del 27 novembre, dopo aver verificato le norme previste nel Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, la sezione di Controllo della Corte dei Conti ha disposto che ‘l’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito di norma, da un amministratore unico e prevede che la scelta di un modulo amministrativo diverso da quello monocratico (consiglio di amministrazione a tre o cinque membri, ovvero, sistema dualistico)’ doveva essere adottata con ‘delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi’. Continua Taglieri “Perché una società possa stravolgere il proprio assetto si rende necessaria una motivazione specifica che, in questo caso, è totalmente assente”. Il provvedimento spiega “Come già osservato (cfr. delib. n. 333/2023/VSG), quanto affermato nella deliberazione di nomina (cfr. verbale dell’assemblea dei Soci del 4 luglio 2023), secondo cui ‘i sindaci all’unanimità deliberano di nominare l’organo amministrativo nella forma del consiglio di amministrazione composta da 5 membri per avere una maggiore rappresentatività da parte degli Enti locali soci non può in alcun modo ritenersi motivazione sufficiente’. Una stroncatura netta nella quale è specificato il fatto di come lo stipendio del nuovo Direttore non sia stato preventivato né motivato; un’operazione opaca e tutt’altro che trasparente, tale da minare pesantemente la fiducia dei consorziati e dei cittadini. Ulteriore risvolto, chiaramente negativo, è che questa forzatura andrà a incidere sui bilanci di Civeta già provati da una condizione deficitaria, cosa che la Corte ha rilevato rappresentando anche la possibilità di danno erariale. Appare del tutto evidente che la nomina di Marcovecchio sia più da attribuire a necessità politiche che non a sanare le criticità economiche dell’azienda. Il tutto fatto con la scusa dei fondi del PNRR che rischiano di essere perduti. Un teatrino che farà nuovi danni a una società che, di per sé, è già in crisi con la gestione dei rifiuti”, conclude il capogruppo in Consiglio Regionale del Movimento 5 Stelle. (com/red)

 

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