Pepe, Gatti e D'Amico presentano RipattoniArte
16 luglio 2024 - 15:18
(ACRA) - Diciotto anni di “RipattoniArte”. È l’anno della maturità per l’importante evento artistico e culturale che nella settimana dal 20 al 28 luglio trasformerà la frazione di Ripattoni, nel comune di Bellante (Te), un vero e proprio museo e cielo aperto. I dettagli della manifestazione sono stati presentati questa mattina all’Aquila, nella sede del Consiglio regionale dell’Abruzzo, alla presenza dei consiglieri regionali teramani, Luciano D’Amico (Gruppo Misto), Dino Pepe (PD), Paolo Gatti (Fratelli d’Italia) e del capogruppo PD, Silvio Paolucci. Un saluto straordinario è stato portato dal senatore abruzzese, Michele Fina. Per il comitato organizzatore sono intervenuti il sindaco di Bellante, Giovanni Melchiorre, il presidente della ProLoco di Ripattoni, Alberto Santori e il direttore artistico, Giovanni Melozzi. Proprio quest’ultimo delinea i valori chiave dell’edizione 2024: “Il tema di quest’anno è la Meraviglia. Ci siamo ispirati al pensiero di Donald Winnicott, scienziato inglese vissuto nei primi anni del ‘900, che spiegava come la capacità di provare ancora stupore fosse essenziale nel processo creativo”.
Le dichiarazioni istituzionali. Il sindaco Melchiorre ha sottolineato il coinvolgimento della comunità cittadina per la buona riuscita dell’evento. “È una festa ogni anno. Ogni cittadino della frazione è coinvolto nella realizzazione della manifestazione, dall’allestimento del borgo all’organizzazione dei momenti culturali. Sono particolarmente orgoglioso quest’anno, perché sfrutteremo l’occasione per presentare il progetto di riqualificazione della torre civica di Ripattoni, danneggiata dal sisma”. Il consigliere D’Amico ha parlato di RipattoniArte come di un “esempio meraviglioso e virtuoso da replicare in altri borghi della Regione”, mentre Gatti, presidente della Commissione Cultura, particolarmente legato al territorio di Bellante, si è complimentato per la caparbietà degli organizzatori nel mantenere vivo l’evento da 18 anni. “Sono convinto - ha detto Gatti - che si debba puntare a fare di RipattoniArte un presidio permanente, con un supporto sempre maggiore delle istituzioni”. Infine, Dino Pepe ha ringraziato i volontari che si mettono ogni anno a disposizione e ha ricordato il sostegno del Consiglio regionale per l’edizione 2024.
Che cos’è RiparttoniArte? RipattoniArte è una manifestazione nata per celebrare la creatività (quella endogena che possiede ogni luogo) e stimolare (grazie al confronto a volte urticante con altri luoghi e altre persone) la nascita di nuove idee, nuove relazioni: umane, artistiche, professionali. Eventi e avvenimenti sono mixati in chiave multidisciplinare, seguendo però il rigore di un progetto che è nato su iniziativa dei residenti del borgo diciotto anni fa e che, ora, ogni anno segue e sviluppa un tema in base al quale fare una scelta rispetto all'offerta da proporre. A diciott’anni dalla sua nascita, la manifestazione, vuole ribadire l'importanza di offrire ad artisti, designer e creativi, l’occasione di esporre e farsi conoscere da un pubblico che è cresciuto di anno in anno e che sempre più numeroso partecipa alle diverse "sezioni". Da sottolineare il lavoro svolto dentro la comunità locale anche riannodando i fili generazionali: oggi a Ripattoni si vedono ed espongono tanti giovani. Meraviglia, dunque. Parliamo di arti visive, di performance, di musica: che sono pensati per questo luogo dove si mostrano. Questi anni sono stati dedicati al recupero del formidabile rapporto che esiste tra il nostro territorio (con i suoi borghi antichi e loro vivibilità) e il sistema di produzione culturale la cui principale risorsa è costituita dal talento e dalla creatività (anche e soprattutto locale). Eventi corali con percorsi creativi dove trovano spazio anche le nuove tecnologie e quella parte di arte che pone al servizio della comunicazione e delle scienze sociali quale "chiave emotiva" in grado di catturare sguardi e attenzione aprendo porte, portoni e superando barriere. Tutto nella cornice di Palazzo Saliceti e negli angoli più caratteristici del borgo sulle cui pareti ci sono le tracce dei "doni" degli artisti che si sono avvicendati. (com/red)