Paolucci su ZES: giusto l'allarme di Confindustria
25 giugno 2024 - 09:26
(ACRA) - “Sono condivisibili le preoccupazioni del direttore generale di Confindustria Luigi Di Giosaffatte sul futuro della ZES, un allarme su cui tutti dovremmo riflettere e attivarci. Infatti la ZES, come concepita all’inizio aveva per noi abruzzesi tre importantissime caratteristiche: in primis individuava un territorio delimitato (toccò all’ultima Giunta regionale di centrosinistra fare questa operazione) in cui si concentravano particolari condizioni di favore e quindi si creavano le condizioni per ricevere e favorire investimenti produttivi; poi, la quantità di risorse messa a disposizione era ripartita per le regioni e quindi noi avevamo una quota certa su cui fare affidamento; terza condizione, la governance della gestione della ZES era suddivisa per ciascun territorio. Queste tre condizioni hanno funzionato bene e, infatti, come dice Di Giosaffatte, in un primo periodo gli effetti si stavano determinando in modo positivo per noi, cosa che non accadrà per le modifiche apportate dal Governo Meloni che vedranno l’Abruzzo in una posizione di svantaggio certo”, il commento del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci. “Il governo nazionale ha deciso di unificare le aree in un’unica ZES meridionale, per cui le tre condizioni vantaggiose citate sono state per noi molto ridotte se non completamente sterilizzate. Per evitarlo siamo pronti a impegnarci e chiediamo un atto di coraggio alla Giunta Marsilio affinché esprima una minima autonomia rispetto al governo nazionale – illustra Paolucci - . L’allarme del comparto e la nuova configurazione parlano chiaro. Oggi, infatti, ci troviamo a competere con gli altri territori meridionali che, contrariamente a noi, sono tutti in Obiettivo 1 e quindi hanno la possibilità di accedere a un’intensità di finanziamenti molto più ampia di quanto possa ottenere l’Abruzzo (noi fino al 25/30 per cento, loro potranno avere un credito d’imposta fino al 70 per cento), questa situazione ci vede vittime di una competizione molto svantaggiosa. Non solo, la quota finanziaria è unificata e dunque non c’è più riparto per le regioni, così, quando scadranno le domande, è praticamente certo che la richiesta sarà superiore alla quota generale stabilita, con la conseguenza che gli eventuali benefici saranno ridotti per tutti. Terza e non ultima condizione: l’unificazione in capo al Ministero ha creato una centralizzazione che allontana le decisioni dai territori, oltre a rendere tutto molto più complesso e disagevole, cosa che tradisce le fondamenta che avevano portato alla nascita della ZES e che stava dando risultati di sistema già dall’avvio a cui abbiamo dato motore”. (com/red)