Agricoltura, Cipolletti: "Coltivatori di salute"
24 gennaio 2024 - 15:32
(ACRA) - "L’UE ormai per taluni settori produttivi rappresenta il governo della paura e l’angoscia che ne deriva si legge ormai da tempo sul volto preoccupato dei nostri agricoltori. Grande è il timore che nonostante una vita spesa sui campi vengano portati via loro i sogni e la speranza di poter lavorare la terra". Lo scrive il consigliere regionale FdI, Marco Cipolletti e continua: "Sono tantissimi i giovani ed addirittura i giovanissimi che con grande dignità e amore del proprio mestiere continuano a lavorare pur nella consapevolezza di guadagnare spesso poco o nulla. Sono agricoltori che spesso spendono più di quanto guadagnano e ai quale non viene riconosciuto loro un prezzo che copra le spese di produzione. Queste decisioni vengono prese dall’Unione Europea che, attraverso misure insensate, continua a deprimere le produzioni agro-silvo-pastorali, introducendo regole sempre più astratte e repressive. Queste norme generano il paradosso che il grano coltivato in Canada sia più conveniente di quello coltivato sui nostri territori. Una forma di dumping, effetto di scelte miopi. Si pensa di preservare l’ambiente ai danni dell’agricoltura, di considerare il coltivatore un rischio per la natura e non un elemento fondamentale della sua tenuta. Il green deal europeo ha assunto un carattere quasi religioso, ed i “talebani” dell’ambientalismo attaccano soprattutto l’Italia". "Nel nostro Paese - spiega Cipolletti - si coltivano 1800 vitigni, mentre in Francia solo 200. Possediamo una grande varietà climatica con una biodiversità inimmaginabile, in un lembo di terra piccolo se paragonato ad altri paesi, per questo dovremmo essere considerati per l’eccellenza delle nostre produzioni e varietà e non massificati e globalizzati. I campi coltivati con specie vegetali locali o a rischio di erosione genetica dovrebbero essere tutelati al pari di musei che sono in grado di tramandare la cultura; i nostri agricoltori continuano a tramandare biodiversità. Essi non sono solo imprenditori agricoli a titolo principale, ma tantissimi uomini che mantengono le terra pure essendo impiegati in altre attività prevalenti. Questa non è una protesta contro il governo, questo è un grido di aiuto della terra attraverso l’uomo che ne è parte integrante", conclude il Consigliere FdI. (com/red)