Di Benedetto su Superbonus e crediti incagliati
21 settembre 2023 - 12:10
(ACRA) - “Il decreto legge del febbraio 2023, noto come 'decreto blocca cessioni', ha ingenerato diffidenza ed incertezze nei soggetti cessionari dei crediti, comportando un sostanziale rallentamento fino ad un vero e proprio blocco nella cessione dei crediti fiscali nell’edilizia”. E' quanto afferma il consigliere regionale Americo Di Benedetto, che in relazione alla misura del superbonus aggiunge: “Si continua a dibattere, come è avvenuto nel question time presso la Camera dei Deputati lo scorso 13 settembre, circa l’impatto sull’economia della misura del superbonus. Senza entrate nel dettaglio, il Governo attraverso il Ministro Giorgetti ha preso atto che diverse associazioni, istituzioni e centri di ricerca hanno concordato sul carattere espansivo del superbonus ma hanno anche sottolineato il margine di incertezza nella valutazione dell’impatto sull’economia. Dall’altra parte c’è un giudizio più che positivo da parte di organismi autorevoli quali l’Istat, Eurostat, l’Ufficio parlamentare del bilancio, la Banca d’Italia, il Censis a Nomisma. A questi si aggiunge, a proposito di dati oggettivi nella valutazione dell’impatto sull’economia, la pubblicazione, lo scorso 5 giugno, dello Studio dalla Fondazione e del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, sottoscritto, tra gli altri, da Enrico Zanetti, consigliere del Ministro Giorgetti. Ebbene, in detto elaborato è stato riportato un modello teorico che mette a confronto l’impatto economico del Superbonus 110% e il costo effettivo per lo Stato dei bonus edilizi. È emerso un impatto molto positivo sugli investimenti in edilizia e, quindi, sul Pil, oltre che sull’occupazione. L’elaborato riporta che in un orizzonte temporale di circa un quinquennio, si stima un incremento di Pil di quasi 91 miliardi di euro e di gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro. Il costo netto per lo Stato del Superbonus 110% è stimato pari a 60 miliardi di euro e, quindi, nettamente inferiore all’incremento del Pil”. Un’ ulteriore conferma circa gli effetti positivi della misura del superbonus viene dai dati resi noti dal Mef nell’audizione del 23 maggio 2023, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti economici e di finanza pubblica degli incentivi fiscali in materia edilizia, laddove, in relazione, viene riportato nella tabella 4, che, per effetto del Superbonus e del bonus facciate, il PIL reale è stato più elevato dell’1,2 per cento nel 2021 e del 1,9 per cento nel 2022. L’occupazione è stata più alta, rispettivamente, dello 0,5 e dell’1,1 per cento. I detrattori del Superbonus, coloro che vorrebbero abolirlo, lamentano le numerose frodi che sono state perpetrate che tuttavia sono notevolmente inferiori alle frodi fiscali IVA degli ultimi anni e non per questo si decide di abolire i rimborsi IVA. Allora se è evidente che il Superbonus, con le dovute correzioni, è un’opportunità, il problema è rappresentato dalla efficacia e tempestività dei controlli. Il consigliere Di Benedetto, aggiunge che “E’ compito del Governo dare certezza alle imprese e ai cittadini interessati, in tempi brevi, su cosa ne sarà del Superbonus ma è ancor più urgente che l’esecutivo dia soluzioni ai crediti incagliati. Infatti, dal 17 febbraio 2023, è scattato il divieto generalizzato della cessione del credito e dello sconto in fattura, salvo per alcuni soggetti e tipologie di interventi. È accaduto che famiglie, condomini, tecnici e imprese hanno portato avanti lavori e spese, contando sulla possibilità di utilizzare le piattaforme messe a disposizione dai soggetti autorizzati ad acquisire i crediti. Con il decreto le possibilità di cessione si sono via via ridotte. La testata La Stampa riporta di oltre 30 miliardi di crediti incagliati, chiusi nei cassetti fiscali di imprese e privati e che non trovano sfogo, nonostante le numerose promesse di risoluzione del problema da parte del Governo. A peggiorare la cedibilità dei crediti maturati prima del decreto blocca cessioni è una norma contenuta nello stesso che fa divieto alle Pubbliche Amministrazioni di acquisire i crediti in argomento. Ciò che appare incontrovertibile che ad oggi vi sono crediti incagliati che vedono imprese vicino al fallimento per carenza di liquidità ed un Governo che fa solo promesse”. Di Benedetto aggiunge “L’Abruzzo sta drammaticamente subendo gli effetti devastanti dalla situazione di stallo che si è venuta a creare. Infatti, l’andamento già problematico dei cantieri, soprattutto nei crateri del sisma 2009 e 2016 dove il superbonus è presente nella ricostruzione, tende ancor più a peggiorare. Molti hanno optato per l’incentivo fiscale per compensare il contributo della ricostruzione. Privati hanno rinunciato al contributo ricostruzione per procedere ad abbattimento e ricostruzione con il Superbonus 110, ritenuto più conveniente. In Abruzzo, dall’ultimo report di ENEA al 31 agosto 2023, emerge che per il solo Super Ecobonus 110% (non includendo le altre misure fiscali nel settore dell’edilizia), gli edifici interessati sono 11.661 per un totale di investimenti ammessi in detrazione di circa due miliardi e settecentonovantaquattro mila euro. Per trovare una soluzione locale a questo problema, lo scorso 2 marzo, su richiesta delle opposizioni, si tenne un Consiglio Regionale straordinario avente per oggetto l’emergenza economica e sociale determinata nella Regione Abruzzo dalla cancellazione della cedibilità dei crediti fiscali relativi al Superbonus ed altri crediti edilizi. Dal dibattito che ne scaturì emerse, da parte di tutte le forze politiche, un’unità di intenti rispetto alla necessità di trovare una soluzione al problema dei crediti incagliati. Nel mio intervento in aula ebbi anche modo di plaudire sia l’iniziativa legislativa avanzata dal Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri, sia quella del capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri, che a prescindere dalle indispensabili modifiche da apportare ai testi, avevano il merito di richiamare l’attenzione dei Consiglieri Regionali. Sono ormai trascorsi più di sei mesi dal Consiglio straordinario e dalle dichiarazioni in quella occasione del Presidente Marsilio che si diceva fiducioso nelle iniziative che il Governo centrale avrebbe intrapreso, ma la situazione rimane critica. L’ultima circolare dell’Agenzia delle entrate sulla disciplina della cessione del credito e dello sconto in fattura dello scorso sette settembre ha confermato per le Pubbliche Amministrazioni un divieto di acquisto dei crediti d’imposta. Tuttavia, tale divieto, non si estende alle società partecipate. Infatti, la Regione Basilicata, prima in Italia, ha approvato la legge la n. 20 del 16 luglio 2023 che consente agli enti pubblici regionali e/o società partecipate da essa controllati di acquisire i crediti in argomento. Il 18 settembre, la notizia che nella seduta del Consiglio dei Ministri, il Governo non ha inteso impugnare la predetta legge regionale, circostanza che fa venir meno qualsiasi dubbio circa un’eventuale illegittimità della norma. La proposta di legge del presidente Sospiri e di concerto con quella del Capogruppo Taglieri vanno riviste nei contenuti in particolare in relazione alle società pubbliche che potranno acquisire i crediti. A questo punto l’utilità di una legge regionale certo dipenderà dall’entità dei crediti acquisibili dalle varie società partecipate. Verificata l’efficacia della proposta di legge, l’approvazione è assolutamente urgente perché una volta pubblicata richiederà una serie di ulteriori passaggi, la creazione di un’apposita piattaforma per il monitoraggio, norme di attuazione da parte della Giunta e la sottoscrizione di una convenzione con l’Agenzia delle Entrate. Ma l’urgenza, oltre a derivare dalle difficoltà delle imprese ed operatori più in generale, è richiesta anche dalla circostanza che il Consiglio Regionale è in scadenza e i progetti di legge di iniziativa della Giunta e dei consiglieri decadono.” Il consigliere Di Benedetto conclude “se non si vogliono lasciare cittadini ed imprese in una pericoloso stato di stallo con ricadute pesanti sull’economia nella nostra regione, occorre darsi una mossa anche come Regione Abruzzo”. (com/red)