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Bonifica, Marcozzi: sentenza storica del Tar

13 aprile 2023 - 15:12

(ACRA) - "La sentenza del Tar con cui sono state riconosciute le ragioni delle aziende agricole contro gli aumenti del Consorzio di Bonifica Centro, del 70% sulla contribuzione extra agricola e del 20% su quella agricola, è dirompente. Viene riconosciuto il fatto che le perdite del Consorzio non possano ricadere interamente sulle spalle dei privati proprietari consorziati, lasciando indenni altri enti pubblici. È una sentenza storica, che deve essere colta come punto di ripartenza nella gestione completa dei Consorzi di Bonifica e, più in generale, dell'acqua in Abruzzo. Per questo, oggi più che mai, è urgente istituire la VI Commissione dedicata al Sistema Idrico regionale. Il recepimento della sentenza e la necessità di intervenire in maniera definitiva, superando il Commissariamento dei Consorzi, impongono di accelerare. La mia proposta è già depositata in Consiglio regionale, basta solo incardinarla nei lavori in aula. E non c'è altro tempo da perdere”. Lo afferma il Consigliere regionale indipendente Sara Marcozzi che prosegue: “Nelle audizioni che abbiamo svolto nel corso dei lavori della Commissione d'inchiesta abbiamo affrontato il tema degli aumenti subiti dai consorziati. Quanto disposto dal Tar stabilisce le ragioni del ricorso in oggetto, e richiama l'attenzione della Regione, che deve tenere conto delle conseguenze. È chiaro, però, che serva una visione d'insieme. Continuare a vedere l'acqua come un insieme di territori separati e compartimenti stagni è antistorico e scoveniente. Sei società di gestione del servizio idrico integrato, cinque consorzi di bonifica, Ersi, Arap: le sfide del presente impongono una razionalizzazione. Per questo serve un presidio fisso come la VI Commissione che faccia ordine su tutto il sistema idrico. La relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'Emergenza Idrica è un ottimo punto di partenza e un vantaggio competitivo. Sprecare questa occasione sarebbe un errore imperdonabile, soprattutto alla luce di questa sentenza”, conclude. (com/red)

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