Paolucci replica a Febbo sul trasporto pubblico
04 novembre 2021 - 14:24
“Prima di offendere inutilmente chi non la pensa come lui, Febbo impari a leggere le carte, scoprirà che i tagli li ha fatti la Regione e non il Governo. In merito ai tagli regionali al Trasporto pubblico locale e prima di profondersi in insulti che poco onore fanno al suo ruolo presente e passato avuto nell’istituzione regionale, bene avrebbe fatto Febbo, a consultare il capitolo di spesa del trasporto pubblico, anziché montare su tutte le furie contro chi ha sottolineato fatti confermati dai numeri, avrebbe scoperto che a tagliare è stata la Regione. Bisognava solo leggere”. Questa la replica del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci alla caustica presa di posizione dell’ex assessore Mauro Febbo sui tagli al TPL, che continua: “Bastava fare una semplice consultazione al sistema informatico-contabile per risparmiarsi l’ennesima brutta figura – riprende Paolucci - Se lo avesse fatto avrebbe scoperto che è il capitolo regionale 181512 ad aver subito i 7.076.720,55 di euro di tagli che ad oggi non sono stati ancora reintegrati, né compensati da alcuna risorsa regionale, mentre quello dello Stato, il 181510, è rimasto pressoché invariato, a quota 136.022.947,65, con 473.730,78 euro di meno rispetto al 2020 (in allegato). Tanto è vero che da ben due Consigli regionali il Governo regionale non risponde volutamente all'interrogazione da noi fatta sul punto. Era semplicissimo capire che a decidere la decurtazione delle risorse è stata la Regione Abruzzo, come abbiamo più volte sottolineato e non il Governo nazionale, quotidiano bersaglio di un esecutivo che da due anni mezzo governa l’Abruzzo e che, senza i fondi in arrivo da Roma, poco avrebbe da dire sul lavoro fatto a vantaggio degli abruzzesi, lavoro di cui aspettiamo ancora di conoscere i frutti. Il Consigliere regionale Paolucci conclude: “Detto ciò, accogliamo con favore la notizia di ulteriori fondi in arrivo dal Governo, nonostante la propaganda marsiliana. A Febbo consigliamo di guardarsi le carte prima di diventare furioso e, come al solito, scomposto, potrebbe così imparare a fare politica senza offendere chi non la pensa come lui”.