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Marianna Scoccia su frasi del Presidente Marsilio

25 maggio 2020 - 09:49

(ACRA) - Il consigliere regionale Marianna Scoccia replica con una nota alle frasi del Presidente Marsilio, circa la sua uscita dalla maggioranza. Di seguito la nota del consigliere: "Sono io che chiedo scusa alle donne che hanno letto o leggeranno le tristi espressioni da bmovie del Presidente della regione, certa che lui non sarà in grado neanche di formulare delle scuse adeguate senza provocare ulteriori danni alla sua immagine e dunque, purtroppo, a quella dell'intera regione" afferma la Scocia. "Non è che si può essere un poco incinta, se una sta in maggioranza sta in maggioranza, altrimenti sta all'opposizione", queste le parole rivolte alla sottoscritta dal governatore degli abruzzesi. "Innanzitutto - dice la Scoccia -  mi preme chiarire a Marsilio che essere donna non coincide sempre con l'essere madre e anche se portare in grembo i propri figli è il dono più bello che la natura può fare, le parole del presidente offendono tutte quelle donne che hanno scelto di non essere madri e anche quelle che non hanno potuto diventarlo. Per comprendere la mia scelta politica, tra l'altro espressa in modo chiaro e netto in conferenza stampa, sarebbe bastato guardare all'azione politica e amministrativa della maggioranza dal momento del suo insediamento ad oggi; un'azione totalmente insufficiente ed inadeguata. Così come insufficiente ed inadeguata ci è parsa la legge approvata venerdì scorso in Consiglio che, invece di aiutare la ripresa delle attività abruzzesi, soprattutto quella delle micro e piccole imprese regionali, si è rivelata poco incisiva, priva di una visione generale di rilancio, fonte di squilibrio tra le diverse aree territoriali e priva delle coperture finanziarie necessarie. A dimostrazione di ciò basta vedere la sonora bocciatura espressa da imprese e sindacati regionali. Capisco, pertanto - conclude Marianna Scoccia -  il nervosismo del Presidente che non è nemmeno intervenuto in Consiglio e, secondo me, questa legge non l'ha nemmeno letta, così come capisco la consigliera Bocchino che si ritrova a dover ridere di una battuta che offende anche lei pur di ottenere un posto a corte." (red)

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