Marcozzi:"Verì e D'Amario confermano ritardi"
09 maggio 2020 - 08:06
(ACRA) - "Tutte nostre critiche sulla gestione dell'emergenza Covid19 in Abruzzo sono state ieri confermate in V commissione dalle audizioni dall'Assessore Verì e del Direttore D'Amario. Entrambi hanno confermato che i ritardi dei tamponi, non sono stati causati dal lavoro dei laboratori analisi che è stato tempestivo, ma sono stati causati dalle fasi precedenti e successive, dunque evidentemente la responsabilità ricade sulla capacità o incapacità organizzativa delle singole ASL. Fanalino di coda la ASL 02 Lanciano-Vasto-Chieti che parrebbe ostinarsi a creare protocolli tutti suoi e incompatibili con quelli regionali. Confermata, inoltre, a oggi, la mancata elaborazione dell'indice di contagiosità R0" lo riferisce Sara Marcozzi, Capogruppo M5S in Regione Abruzzo. "Tra i vari ritardi che la Giunta Lega-FDI-FI sta facendo registrare in Abruzzo - prosegue - spicca su tutti quello dell'organizzazione di un'indagine epidemiologica su scala regionale che, allo stato attuale, non è ancora prevista. Marsilio, infatti, ha scelto per i test sierologici di adagiarsi sul lavoro del Ministero della Sanità, che ne effettuerà cinquemila sui cittadini abruzzesi in una campionatura su scala nazionale per avere un'idea concreta sul livello di circolazione del virus, e di rinunciare a fare tamponi a tappeto sul nostro territorio. Per tale ragione è difficile comprendere su quale base il Governo regionale di Marsilio abbia intenzione di "riaprire tutto", quali strumenti intenda adottare per fare una ricognizione costante dell'evoluzione del virus e in che modo intenda organizzare il ritorno alla normalità. Il tutto rinunciando a tenere sotto controllo la curva dei contagi". "Dall'elaborazione dei dati della fondazione GIMBE, su casi confermati dalla Protezione Civile nelle ultime due settimane, risulta come l'Abruzzo si trovi in basso, tra le tante, anche nella classifica per numero di tamponi effettuati: solo 68 al giorno ogni 100mila abitanti. Un dato decisamente poco confortante, considerata l'importanza di avere un quadro epidemiologico il più corretto e minuzioso possibile all'interno della nostra Regione, elemento essenziale per la corretta valutazione della Fase 2. Così, nonostante le linee guida del Governo per un utilizzo combinato di test sierologici e tamponi, Regione Abruzzo rimane ferma al palo, senza avere alcun tipo di strategia nel prosieguo della lotta al Coronavirus". "Peraltro è stato proprio il Viceministro Pierpaolo Sileri a specificare come strutturare un piano nazionale di tamponi non significhi farli a 60 milioni di italiani, ma effettuarne di mirati per monitorare la situazione. Allo stesso modo, con un coordinamento chiaro, sarebbe utile per Regione Abruzzo valutare la possibilità di delineare un piano regionale che possa fotografare l'andamento del virus. Ma è evidente che, se la Giunta regionale non è stata in grado di dare un'organizzazione ottimale alla macchina della sanità, tanto che il tempo di attesa per un tampone arriva in media fino a 15 giorni, avere un aggiornamento quotidiano dell'andamento del virus sia pressoché impossibile. Anche le dichiarazioni dell'Assessore Verì in occasione dell'audizione in Commissione Sanità, dimostrano come il centro destra abruzzese sia ancora fermo in attesa dei risultati dei test del Ministero della Sanità. Ma, in questo momento, aspettare non basta, soprattutto alla luce dei tempi lunghi necessari alla Sanità abruzzese per attivarsi di fronte a ogni esigenza. È necessario farsi trovare pronti e agire per tempo". "Dopo aver passato – conclude – settimane a criticare in ogni circostanza il Governo nazionale, adesso la Giunta non può limitarsi ad attendere i risultati delle indagini su scala nazionale e deve smettere con comportamenti opportunistici finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown. È necessario che Marsilio e tutto il centrodestra abruzzese diano un chiaro indirizzo su come intenderanno tenere sotto controllo il virus. Gli slogan non bastano più", conclude. (red)